TURNO DI NOTTE - GIACOMO PORETTI
“Ogni tanto c’è una paura che mi si affaccia nella mente…” (Cit.)
È quella sensazione che mi impedisce di prendere sonno, perciò tengo accesa la luce o la televisione.
Chi ha vissuto per anni a contatto con la morte e con la sofferenza, non può non provarla.
Ti assale all’improvviso e non riesci a domarla.
È la cruda realtà che hai tenuto fuori per poter svolgere al meglio il tuo lavoro.
Ma la rimozione e i meccanismi di difesa prima o poi si pagano.
Lo sforzo di non far cadere il castello di carte alla fine le fa cadere tutte.
Le raccogli come se fossero cocci: la tua anima sbriciolata in mille modi.
Flash di ricordi: l’ultimo rantolo, la mano stretta alla tua, occhi febbricitanti e poi un susseguirsi di situazioni che hai saputo gestire ed ora non le gestisci più.
Ti rotolano tra le mani come un castello di carte rovinato a terra.
E l’ansia ti assale… Non riesci più a tenerla fuori.
Penso che l’ignoranza di ciò che avverrà aiuti a vivere.
Stasera non riesco a vivere perché l’ignoto per me è noto.
E questo “noto” si attacca alla mia pelle e mi fa dire che la caducità della vita è reale, ed è proprio qui, stasera, in tutti i miei ricordi.
Emanuela Taddei
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