mercoledì 29 luglio 2020

Svuotata 🐺

Dopo aver finito di scrivere IO SONO IL LUPO 🐾 (29 luglio 2018)... Per circa quattro mesi non fui più in grado di leggere! Nemmeno una rivista! Ricordo ancora quella sensazione: liberazione e tristezza per aver perduto i miei lupi... Creare è davvero sublime e terribile!!!


sabato 25 luglio 2020

Classico ribelle 🎼

La musica va afferrata per la strada, ma solo un cuore a pezzi può sentirla. È qui la scintilla divina! ( Giovanni Allevi “Classico ribelle”)

La musica in testa 🎼

Non bisogna mai aver paura di rompere le regole, se è il nostro cuore a chiederlo. Mai temere di destabilizzare un sistema: è nella sua natura la necessità di cambiare. Ma soprattutto bisogna sempre trovare il coraggio di esporsi, di osare, di mettersi in gioco: è un dovere dell’artista. ( Giovanni Allevi “ La musica in testa”) 🎵🎵🎵

venerdì 24 luglio 2020

Stress...

Il mio corpo e la mia psiche sono lacerati come la mia divisa. Per quanto cucirò questi strappi, attraverso la scrittura, rimarranno sempre delle cicatrici. E. T.


L’amante 💋

 Audiolibro (Percorso Iseo-Brescia): “L’amante” di Marguerite Duras.
Da adolescente fui catturata da questo romanzo e come se fosse una coazione a ripetere lo rilessi più volte. Ora, avanti negli anni, colgo parole dietro le parole. Ciò che non viene detto risuona come un tamburo dentro di me.
Vi lascio qualche frammento:

“Presto fu tardi nella mia vita. A diciott'anni era già troppo tardi. [...] Sono invecchiata a diciott'anni.”

 “[...] si sbaglia, aspettavo questa tristezza, era dentro di me, sono sempre stata triste.”

“Il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi dalla condizione in cui si è.”

“Penso spesso a un'immagine che solo io vedo ancora e di cui non ho mai parlato. E' sempre lì, fasciata nel silenzio, e mi meraviglia. La prediligo fra tutte, in lei mi riconosco, m'incanto.”

“...scrivere, o è mescolare tutto in un viaggio che ha per destinazione la vanità e il vento, o non è niente; o si mescola tutto in un'unità per usa natura indefinibile, o si fa soltanto della pubblicità.”

( foto da Web)






Crisi 🦠

CRISI
Perturbazione o improvvisa modificazione nella vita di un individuo o di una collettività, con effetti più o meno gravi e duraturi: una c. spirituale, religiosa; c. di coscienza; la c. della società.(Definizioni da Oxford Languages)

CRISI
Una crisi (dal greco κρίσις, decisione) è un cambiamento traumatico o stressante per un individuo, oppure una situazione sociale instabile e pericolosa.( Wikipedia)

COVID-19
Questo piccolo, insignificante frammento di RNA (100-150 nm di diametro) ha gettato tutto il pianeta in una crisi senza precedenti.
Ogni essere umano, dopo aver visto la morte in faccia, ha dovuto fermarsi.
È stato costretto a tirare le somme riguardo la propria vita, il lavoro, gli affetti, le amicizie, la religione...
Tanto dolore ha generato i suoi frutti: il cambiamento.
“Non tutto il male viene per nuocere” ( proverbio).
Ecco! Vorrei che da questa enorme sofferenza nascesse uno spirito nuovo, di solidarietà, di rispetto per l’ambiente e per la fauna selvatica.
Un grande insegnamento ci è stato dato, non sprechiamolo!  E. T.
( foto da UniSR)

sabato 18 luglio 2020

Sensuale Clorinda

Vi presento la sensuale Clorinda (da IL RITORNO DEGLI DEI di Emanuela Taddei e Alberto Re).
Con la sottoveste che fluiva impalpabile sulle membra lisce come porcellana, Clorinda passava e ripassava nel corridoio fra salotto e cucina, subissando di compiti e di spese per l’indomani la cameriera filippina, che stolidamente la seguiva accennando ogni tanto uno stanco “sissignora”. Teneva la testa avvolta in un asciugamano e la sua pelle odorava ancora di sali da bagno e di fragranze muschiate.
Mario era seduto in salotto alle prese con Fisica, ma quel pomeriggio la sua mente percorreva altri sentieri, che non contemplavano né la Fisica, né la scuola in generale. Si sentiva come l’Alex di Arancia Meccanica: gonfio di energia animalesca e coi sensi in fiamme.
E la matrigna che gli camminava intorno vestita a metà, era un ulteriore argomento di distrazione. Si accorse che per aspirare la fragrante femminilità della donna, annusava l’aria come un coyote che fiuta la preda.
Fino a quel momento non aveva badato a Clorinda, considerandola una specie di proprietà esclusiva del padre, che quando l’aveva sposata s’era preso un’amante da esibire, più che una compagna per la vita. Tutto questo a Mario non interessava, e probabilmente condivideva col padre l’identica insensibilità nei confronti dei sentimenti femminili (e non solo da quel mattino…)
Da sempre Clorinda sfruttava in ogni modo possibile la propria avvenenza, facendone un passe-partout per il gran numero di privilegi che rendevano piacevoli la sua vita… Quante porte le avevano spalancato quel sorriso accattivante e quel sedere da fotomodella! Il prezzo da pagare, di certo non sgradevole, erano le interminabili sedute dall’estetista e dal parrucchiere, alla continua ricerca di nuove strategie per acuire fascino e prestanza, e soprattutto per mantenerla nel tempo. Il protrarre la giovinezza in eterno era nel contempo sogno e dannazione; la bellezza la sua moneta di scambio in qualunque forma di baratto...
Mentre sorseggiava una spremuta di arancia, il figliastro la spiava di sottecchi, per nulla indifferente alle labbra che si poggiavano tumide sul bicchiere, lasciandovi una traccia rosa. Si avvide che anche la donna lo osservava ed i suoi occhi si fecero più audaci.
La matrigna si avvicinò un passo: Mario stasera pareva diverso, ancor più tenebroso e… attraente. Fare sesso con lui di certo sarebbe stato più entusiasmante che col padre, così prevedibile e monotono (e nullo senza la pastiglietta azzurra) ma scacciò rapidamente quel pensiero, pericoloso, troppo pericoloso...
Fingendo indifferenza senza riuscirvi, Mario si diresse in cucina per prendere una birra, mentre Clorinda addossata al frigorifero, si dava della stupida per quelle insensate fantasie.
Aveva già dimenticato, quando senza preambolo il ragazzo le si avvicinò dalle spalle, la prese e la scaraventò sul tavolo del salotto. La sua sorpresa durò soltanto qualche secondo e la mano con cui lo stava allontanando si arrestò a mezz’aria, e la bocca che stava imponendo al figliastro di smetterla si richiuse, soggiogata dal suo e dal proprio desiderio.
L’amplesso fu violento e passionale, indirizzato dalla forza bruta di Mario e guarnito dalle urla estatiche della donna, che anziché scacciarlo lo tratteneva a sé con le braccia, con le gambe: non aveva mai desiderato tanto nessun altro in vita sua.
Quando terminò, Mario la fissò negli occhi iniettati di sangue, poi si sollevò lasciandola ansimante sul tavolo e senza dire una parola si diresse in bagno. Esaurita la passione e il desiderio, quanto era avvenuto gli apparve in tutta la sua gravità. In un impeto d’ira sferrò un pugno alla porta, senza più degnare la matrigna d’un solo sguardo. Clorinda si alzò lentamente, abbassò la sottoveste e mentre udiva il figliastro tirare pugni contro qualcosa, avvertiva ancora dentro di sé il riflesso del piacere provato, sconvolta ed allo stesso tempo inebriata. Lo voleva ancora, ad ogni costo, anche al prezzo di scalzare suo marito dal letto per fargli posto.
Delirava e nei suoi occhi brillava una luce di colore verde.

Sensuale Marika

Vi presento la sensuale Marika (da "L'infermiera Sara" di Emanuela Taddei).
Francesco correva veloce sull’autostrada, si era preso un paio di giorni di ferie da trascorrere con Marika. Erano diretti al mare, voleva farle una sorpresa, scelse la Liguria, perché era molto romantica, l’albergo era un po’ isolato e dall’alto dominava l’intera costa.
Mentre guidava, non riusciva a non guardarla, indossava un paio di jeans attillati che mettevano in risalto le sue curve, la maglia era stretta e lasciava intravedere il suo seno perfetto. Quanto la desiderava, con una mano le accarezzava le cosce ed immaginava il momento in cui l’avrebbe di nuovo posseduta.
Quando Marika si accorse che non erano diretti sulla costa adriatica, cominciò a lamentarsi, non voleva ritirarsi in un posto sperduto, lontano da tutti, si sarebbe di sicuro annoiata.
Lui la rassicurò dicendole che se non le fosse piaciuto, il giorno dopo avrebbero scelto un’altra destinazione, magari avrebbero proseguito verso la Costa Azzurra.
L’hotel era a picco sul mare. In lontananza si vedevano scaglie di onde che luccicavano argentee in un moto ondoso infinito. Si poteva stare delle ore ad ammirare quel movimento primordiale e non stancarsi mai. Il sole lentamente scese e si immerse silenzioso nelle profondità delle acque.
La portò in un ristorante rinomato e le fece assaggiare di tutto, voleva coprirla di attenzioni e non farle mancare nulla, i suoi allenamenti e le sue partite lo allontanavano spesso da lei, non poteva mai dedicarle una domenica come le coppie normali. Sperava di compensare così le sue assenze. Per quella sera non si attenne scrupolosamente al programma dietetico imposto dal dietista. Bevve anche un po’ di alcolici e si sentì euforico.
Naturalmente alcuni commensali lo riconobbero ed inevitabilmente fu costretto a trascurarla per dedicarsi ai suoi fan, lei invece sembrava bearsi di quel momento di gloria e si pavoneggiava.
Appena entrarono in camera cominciò a baciarla e a toccarla dappertutto, la spinse sul letto e le divaricò le gambe, la accarezzò, la baciò a lungo fino a che non la vide scuotersi in un fremito di piacere. Poi affondò in lei e continuò a penetrarla, fino a che non sentì esplodere dentro di sé una passione cieca, animale. Sdraiati sul letto la carezzò ancora, continuava ad abbracciarla, lei si girò e sembrava infastidita. Francesco, esaurito l’amplesso, voleva stare vicino alla sua donna, trasmetterle la sua vicinanza ed il suo affetto, lei invece si scostò subito ed andò a lavarsi.
Si addormentò con un senso di amarezza, ma non disse nulla, faceva parte del gioco, lui era il maschio, non doveva mostrare debolezze.
L’indomani erano di nuovo in macchina. Seduta morbidamente sul sedile ostentava un atteggiamento seducente. Aveva impiegato quasi un’ora nel bagno dell’albergo per comparire al massimo della sua forma, non aveva un capello fuori posto.

CICALE

Rudi, il lupo sentinella, presidiava costantemente il “rendez vous”. Si trattava di un luogo pianeggiante di circa cento metri quadrati, celato agli sguardi indiscreti da una folta vegetazione. All’interno del loro territorio di luoghi simili ce n’erano una deci-na: erano gli spazi privati dei lupi, utilizzati per ritemprarsi nelle ore di riposo.
Il bosco era silenzioso, col caldo estivo che induceva gli animali a ripararsi sotto gli alberi più grandi. Solo il canto interminabile del-le cicale sospese fra i rami dava l’idea di una qualche attività in corso.
Pure in quel silenzio quasi monotono, Rudi percepiva i più piccoli movimenti e rumori, seppur lontani e quasi indistinguibili dalle voci del bosco: crepitii al suolo, un roditore che sgranocchiava un seme, fruscii di rettili, qualche tasso intento a scavare, fremiti di foglie, uno scoiattolo che zampettava su un ramo, un picchio im-pegnato a scovare larve o coleotteri annidati nei tronchi…
( IO SONO IL LUPO di Emanuela Taddei)

Le cicale vibravano i loro canti, i timballi producevano un suono stridente e continuo, i nibbi reali trillavano alti sopra la cima. Non era ancora estate ma nel luogo sacro ad Apollo le stagioni seguivano il ritmo imposto loro dal Dio.
Eternamente giovane, mollemente assiso sopra un triclinio in marmo rosa, meditabondo egli scrutava un punto oltre il colonnato: qualcosa nell’aria lo aveva turbato. Uno squilibrio, un’instabilità di origine sconosciuta.
Estrasse una freccia dalla faretra che gli pendeva dalla spalla sinistra, la incoccò e tese energicamente la corda, poi sollevò l’arco verso il cielo e la scagliò.
Mandando scintille come una saetta dorata, il dardo superò i diversi strati atmosferici e dopo qualche secondo si dileguò nello spazio siderale.
Febo (Apollo) attese che il suo sospetto divenisse certezza, poi chiamò a gran voce Ermes, che bighellonava nei pressi. Il Messaggero abbandonò immediatamente le sue occupazioni e si presentò al cospetto dell’Arciere.
-Caro fratello, molto tempo, molte Ere sono trascorse da quando i nostri Padri hanno stabilito quaggiù il loro dominio: gli Dei amano questo luogo da sempre, anche se sovente è stato il loro stesso comportamento a provocarvi sfaceli.
Poi venne il tempo degli Uomini e credimi: i disastri con cui hanno sfibrato il cuore stesso del Pianeta, hanno di gran lunga superato le nostre peggiori intemperanze. Ho percepito nelle piante, nel suolo, nell’etere, i segni di un morbo che come una presenza tumorale ha corroso l’anima stessa del mondo… ed il nostro Risveglio potrebbe rivelarsi effimero, tardivo, inutile forse.
-Come ti è stata rivelata tale tremenda notizia?
-Il dardo ha parlato e la sua voce era incontrovertibile: la Terra sta morendo.
Ermes scrutò nella direzione dello sguardo di Apollo e vide la lucente freccia che fendeva le oscurità dell’universo. Subito ne comprese il malaugurio. Con gli occhi spalancati a interrogare quelli del fratello, tentò di dire qualcosa, poi tacque: non c’erano dubbi, la fine era vicina.

Gli Dei senza profferire parola abbassarono lo sguardo. Sedettero sui gradini marmorei del Tempio e rimasero in quella posa statuaria, come in attesa che il tempo rimasto finisse di scorrere.
(IL RITORNO DEGLI DI DEI di Taddei Emanuela e Alberto Re)

Nei miei romanzi 🌹

Nei miei romanzi c’è tutto il mio cuore ... anzi di più ... E.T.
( foto da Web)

mercoledì 15 luglio 2020

Lacrime e sangue..,

...Rubare alla stanchezza, al tempo, all’irritazione ... poche pagine al giorno... E.T.

Questa è la mia risposta a chi mi chiede: - Dove trovi il tempo per scrivere? -
- Lo trovo ... con lacrime e sangue...

martedì 7 luglio 2020

Viva la Leonessa 💙

Caro “ gnaro” della Curva Nord, domenica hai compiuto un gesto indimenticabile 💙
Dopo il silenzio in onore dei caduti, i canti e gli applausi per tutti i sanitari del Civile e per i volontari, io mi sono sentita molto emozionata e frastornata!
Avevo una sciarpa blu, l’unica in mio possesso, e la indossavo per ringraziare i gnari/ gnare della Curva Nord per l’aiuto morale ed economico elargito al nostro ospedale.
Poi sei arrivato tu, mi hai guardata con occhi commossi e mi hai messo la tua preziosa sciarpa al collo, immagino portata durante le partite.
Io l’ho accettata a nome di tutti i dipendenti dell’ospedale che in quel momento non potevano essere presenti.
Per me è stato un grande onore!
Non lo dimenticherò mai !
Questa scena è passata inosservata ma io e te ci siamo capiti...
Viva la Leonessa 💙

venerdì 3 luglio 2020

Grazie del cartellone 🌺🌺🌺

Questo ringraziamento è stato rimosso, giustamente...
Però sia la presenza che l'assenza dello stesso provocano ancora dolore...
Davvero speriamo non accada più tutto questo...
Comportiamoci bene e speriamo in un futuro migliore 🌸🌸🌸
E... grazie del cartellone...
 Ti voglio bene perchè ci hai fatto del bene con le tue parole... un abbraccio...

giovedì 2 luglio 2020

Emma 📚

Percorso Iseo-Brescia: “Emma” di Jane Austen (audiolibro)...
Che dire? Scritto magnificamente ma lontanissimo dal nostro sentire... 📚
( foto da Web)