martedì 23 ottobre 2018

ABIURA DI ME CAPAREZZA

Io voglio passare ad un livello successivo, voglio dare vita a ciò che scrivo. Sono paranoico ed ossessivo fino all'abiura di me. Vado ad un livello successivo dove dare vita a ciò che scrivo. Sono paranoico ed ossessivo fino all'abiura di me.

lunedì 22 ottobre 2018

IL SOGNO DEL LUPO... ARIO SCIOLARI

.. Non è il "caso" ciò che mi consente di procedere, sono certo che c'è dell'altro, quel quid che finora mi ha sempre aiutato a tirarmi fuori da situazioni senza apparente via d'uscita, quell'altro senso che conoscevano i nativi o gli animali. Io ora lo definisco la forza della mia visione, quel qualcosa che ti fa diventare freccia, direzione e meta, poichè, quando sei sulla via giusta, tutte le energie del cosmo non possono che cospirare a tuo favore; ma occorre restare in ascolto, profondo, senza alcun pensiero, senza opporsi... ARIO SCIOLARI "IL SOGNO DEL LUPO"
foto di Paolo Bolognini

giovedì 18 ottobre 2018

Afrodite (tratto dal cap.4 Il ritorno degli Dei)

CAP 4 (RISVEGLIO DI AFRODITE LA DEA DELL'AMORE) COSA CHIEDERA' AD ALESSANDRO???
PER SAPERLO DOVRO' PROPRIO PUBBLICARE IL LIBRO...
Ormai era pomeriggio inoltrato, quell’ora in cui la luce obliqua del sole conferisce al bosco un aspetto quasi incantato. Le fronde verdi splendevano in trasparenza, giocando coi riflessi che le trapassavano, che poi si posavano sul sentiero in un pulviscolo dorato.
La primavera aveva risvegliato con i suoi tepori il sottobosco dormiente, e quasi l’orecchio poteva distinguere il suono delicato dell’erba che spuntava da ogni anfratto.
Alessandro saliva rapido verso la cima, intento in pensieri contorti e col rumore delle scarpe che si confondeva nel fruscio della boscaglia, mentre una vaga nebbia si diradava al suo passaggio. Giunto ad un punto in nulla dissimile dal resto del percorso, istintivamente i suoi piedi abbandonarono il sentiero, per dirigersi nella selva intricata e selvatica del fianco Nord del monte Palos.
Con le braccia scostava i rami e le propaggini spinose dei rovi, ansioso di giungere sulla cima, ma ad ogni passo percorso verso quella, aumentava ai suoi sensi la percezione della bellezza, del vigore, della rinascita… era l’influsso sensuale della primavera? Ogni centimetro della sua pelle era sensibile come un nervo scoperto, e quando sfiorò sbadatamente un cespuglio di mirto, emise un inconsapevole gemito di piacere. Si fermò, estasiato. Si avvide che nelle orecchie risuonavano dolci bisbigli, risa sommesse e femminili sospiri. Parevano provenire proprio dall’arbusto, ed allora comprese che non era soltanto la Primavera a istigarlo…
Immediatamente afferrò il fusto contorto del mirto e prese a scuoterlo con forza e a gridare:
-Svegliati Dea dell’amore, svegliati divina Citerea .
I clamori provocarono soltanto la levata di uno stormo di colombe e di passeri, che iniziarono a volteggiare in cerchio intorno a Alessandro ed all’arbusto, ma non avvenne altro. Il ragazzo decise che se ne sarebbe rimasto a strattonare quel cespuglio, finché la Dea non si fosse manifestata. I volatili nel frattempo avevano moltiplicato il volume dei loro canti, tubavano, incrociavano i loro voli in orbite aggraziate, nell’aria si sfioravano i becchi, lasciando ogni tanto cadere al suolo qualche morbida piuma.
-Svegliati divina Ciprigna!
Lo studio dei miti greci, passatempo obbligato nei giorni precedenti, lo aveva avvisato che molti Dei, rispondevano soltanto ad alcuni dei nomi che la tradizione ci aveva tramandato, per cui cercava di utilizzare tutti gli epiteti a lei dedicati. All’improvviso ai suoi piedi cominciarono a sbocciare crocchi di rose stupende, di colore rosso fiamma. Il battito cardiaco cominciò ad accelerare, il respiro divenne più frequente, una pressione interna mai provata prese a scuoterlo, e quando mente e corpo furono completamente soggiogati, udì una risata di donna, cristallina e nel contempo vigorosa. Si evocò una visione di cascatelle montane, dove le acque giocavano fra i sassi emettendo la stessa cristallina risata. Nell'aria si sparse odore di fiori e di erbe selvatiche. Poi la presa psichica prese ad affievolirsi, ed egli riuscì a levare il capo, sino a poggiare lo sguardo sul petto della Dea, senza riuscire tuttavia ad andare oltre, forse rammentando che chiunque fra gli Dei ne ammirasse il volto, tranne Atena, Artemide ed Estia, perdevano il lume della ragione. E se tale era il potere del suo sguardo sopra un Dio, chissà cosa poteva avvenire, se a sollevare incautamente lo sguardo fosse stato un umano… Le sue letture dicevano anche di una cintura magica, in grado di regalare perdutamente la dolce trappola dell’amore…
Poi rammentò il dono protettivo di Apollo, e ciò gli restituì un barlume di coraggio, alzò lo sguardo e la vide.
Era giovanissima, col corpo nudo ornato da una sottile cintura d’oro; al collo una lucente collana, orecchini d’oro a forma di cerchio, tempestati di gemme, e braccialetti ai polsi.
Il volto ovale, delicato e gentile sorrideva, mentre i suoi grandi occhi languidi e tremuli osservavano Alessandro, che al colmo dell’imbarazzo e del turbamento, ruotava la testa in ogni direzione, per tornare poi a posare lo sguardo sopra quella donna, che pareva racchiudere in tanta avvenenza la sensuale femminilità dell’intero pianeta. Resisterle, sarebbe stata impresa per chiunque, divina o umana che fosse la propria natura….
Con un gesto istintivo, il giovane si inginocchiò a sfiorarle i piedi in un bacio: erano candidi come i fiori del biancospino, le unghie simili a opali finemente cesellati. Soggiogato da tanta bellezza, rimase lì accucciato come un cagnolino servizievole, anche quando ella ritirò il piedino con un sospiro indecifrabile.
Maliziosa e candida allo stesso tempo, la meravigliosa Dea infine parlò. Voluttà ed ebbrezza scaturivano da ogni suo moto, e le parole carezzavano, lusingavano, irretivano.....

venerdì 12 ottobre 2018

sponsor

Ho proprio bisogno di uno sponsor per "IL RITORNO DEGLI DEI" .... fate volare il mio fantasy....
foto di Paolo Bolognini

CERBERO (da IL RITORNO DEGLI DEI)


 CERBERO mostruoso cane a tre teste a guardia dell'Ade, impedisce ai vivi di entrare e ai morti di uscire.... Ora ha abbandonato l'Ade... quale caos provocherà la sua assenza nel mondo di sopra??? Appena pubblicherò il libro lo saprete.... (ho proprio bisogno di uno SPONSOR)

Dopo la discesa nell'Ade, la protagonista (Anna) porta a casa Cerbero, visibile solo ai suoi occhi...... (Da IL RITORNO DEGLI DEI )  

-Silenzio, non abbaiare, sveglierai tutto il vicinato! Devo trovarti un posto per stanotte, e sarebbe molto più semplice, se non facessi tutto questo fracasso!
Il cane smise di tormentare il penultimo gradino della scala con le sue enormi zampe e cozzò una testa contro il suo fianco. Cerbero non pareva per nulla intenzionato ad abbandonare la sua protetta.
Dal balcone si sporse sua madre:
-Anna, sali! Dove sei stata tutto questo tempo? La cena è pronta! Con chi stai parlando?
-Con ehm… nessuno, mamma. Parlavo da sola.
Sussurrò in un orecchio del cane:
-Forse non possono vederti, meglio così. Seguimi senza fare rumore, mi raccomando.
E l’enorme animale si arrampicò agile sulle scale, facendone scricchiolare il legno vecchio, scodinzolando ed emettendo guaiti compiaciuti.
Nonostante la sua bruttezza, Anna non poteva negare di averlo preso in simpatia. Ma non doveva scordare che il suo posto sarebbe presto tornato ad essere l’Ade, quindi non avrebbe dovuto affezionarsi. Eppure avvertiva qualcosa… come un obbligo a rimanere a contatto con l’animale, a non allontanarsi da esso. Talvolta le pareva di essere in grado di percepire i suoi pensieri.
Ignorava che quella sensazione empatica, quella sintonia di intenti, era indotta da quel loro primo contatto, quando negli Inferi, Ade gliel’aveva affidata. Da subito le loro menti si erano come fuse e…
Anna impallidì. Se Cerbero era in grado di fare lo stesso, era a conoscenza del suo segreto: il grande amore che provava per Alessandro. Terribile sapere che qualcuno è a conoscenza di cose su te stessa, ma in maniera più lucida, perché non offuscata dai sentimenti…
Sorrise fra sé: sapendo così esattamente quanto tenesse a lui, perlomeno non l’avrebbe più aggredito...
Appena giunta in casa, si diresse in camera e pregò il suo strano ospite di aspettarla lì, visto che puzzava fieramente, e temeva di guastare la cena ai familiari.
-Avresti bisogno di un bel bagnetto, ma non entreresti nella vasca e purtroppo non possediamo una piscina…
Le tre teste mostrarono immediatamente una dentatura alquanto minacciosa.
-Non sarebbe stata comunque una buona idea e in quanto all’odore, di sicuro nessuno lo avverte tranne me.…
Desiderava da sempre un animale domestico. Ora che ne aveva, anche se temporaneamente, uno (e che animale…) sua madre che non le aveva permesso né un tenero micino  né un cane di piccola taglia, come avrebbe reagito di fronte a quella sorta di tenebroso cucciolone? Rise al pensiero, ma fu una risata intrisa di cupezza.
Fu una cena piuttosto surreale, con Cerbero sdraiato enorme sulla credenza, e sua madre che le chiedeva di passarle il pepe o come fosse andata la giornata...

giovedì 11 ottobre 2018

Artemide (tratto dal capitolo 8) da IL RITORNO DEGLI DEI

Oggi mi va di leggervi due righe su Artemide... tratte dal romanzo fantasy "IL RITORNO DEGLI DEI" di Taddei Emanuela e Alberto Re (ho tanta voglia di pubblicarlo... ma eroi e Dei aspetteranno tempi migliori... )
CAP 8
“SPEUDE BRADEŌS” (AFFRETTATI LENTAMENTE – Svetonio)
Lunedì 7 Maggio 2012 – Groenlandia (Artide)
Artemide affondava le gambe nell’acqua ghiacciata e immobile, mentre controvento osservava un magnifico esemplare di orso bianco, che con la zampa sondava l'acqua ghiacciata in cerca di cibo. Vicino all'animale un cucciolo di pochi giorni gironzolava annusando la madre e intrufolandosi sotto la sua pancia.
Il cielo era di un azzurro terso, l’aria gelida e secca. La visuale perfetta.
Tese l’arco, ma mentre stava per rilasciare il dardo mortale, una premonizione la costrinse a desistere. L’orso la scorse, si rizzò sulle zampe posteriori e la puntò come si punta una ghiotta preda, dirigendosi verso la dea a grandi falcate. Quando giunse a pochi passi, ella aveva disarmato l'arco e se ne stava impassibile a fissarlo nei grandi occhi scuri. La bestia rallentò, s'accucciò di fronte ad Artemide, seguita dal cucciolo che bramiva fiutando l'aria intorno. Poi s'arrestò, chinando l'enorme testa incrostata di acqua ghiaccia.
La Dea era "la Potnia Theron": protettrice degli animali, e ne tutelava la sopravvivenza, ma attraverso l’arte venatoria ne limitava il numero se necessario. Quell'equilibrio, il suo equilibrio, era stato infranto. Si accorse d’esserne turbata, ed il suo sguardo abbracciò lo smisurato circo di ghiaccio, come a cercarvi le ragioni di tanto decadimento.
Allungò la mano ed accarezzò il candido mantello dell’animale:
-Non temere, tornerai a cibarti in acque pescose, e il tuo dominio di ghiaccio ad estendersi fino alle verdeggianti colline. Te lo prometto: tutto tornerà come prima…
E così dicendo svanì in una folata di neve.
Un futuro incerto gravava sul pianeta, ma lei, Artemide, non si sarebbe mai piegata alle avversità. Fra non molto forze opposte si sarebbero disputate la Terra, e orsi polari, divinità olimpiche ed esseri mortali avrebbero subito un'identica sorte, favorevole o contraria che fosse. In ogni caso, molto sangue sarebbe stato versato e molti sacrifici richiesti.

PRIME RECENSIONI "INFERMIERA SARA"

PRIME RECENSIONI "INFERMIERA SARA"
Libretto agile, veloce di lettura, che parla di infermieri, di ospedali e di burnout. Ci si ritrova dentro un pò tutti, noi IP, in queste 70 paginette... Leggetelo!!!! (se interessati si acquista su Amazon, oppure contattatemi. (Ehi, c'è anche la mia introduzione, dijje nulla!!!!) Alberto Re

Giovanna T. Sarò forse di parte pero' io leggo molto e la mia sorellina nel suo piccolo ha fatto un altro gioiellino...bravissima per la sua intraprendenza...
Emanuela Taddei Grazie Giovy.... spero che questo libricino abbia aperto uno squarcio sulla dura vita dell'infermiere....
Enrica C. · Già letto! Molto bello
Emanuela Taddei Grazie Enrica... davvero....
Luisa G. Grazie Manu per il tuo libro! Semplice,forse. Vero, tanto. Penso a quanto sia costato non tanto scriverlo ma viverlo in prima persona. Non è solo un libro per " addetti ai lavori" ma soprattutto per quelli che da fuori non riescono nemmeno lontanamente a immaginare cosa possa significare la scelta di operare in ospedale, mantenendo viva, giorno dopo giorno,la motivazione che spinge a fare di un " lavoro" la propria vocazione. Ti voglio bene
Emanuela Taddei Grazie Luisa... sì è un libro nato dalla disperazione....
Salvatore F. La bellezza di questo romanzo sono le strane dinamiche che scattano facendo questa professione.E’ qualcosa che attraverso la sua" penna pulita" l' autrice coinvolge il lettore facendolo riflettere, emozionare, arrabbiare, sorridere.Romanzo comodo,agevole di facile lettura che suscita profonda e intensa commozione perchè tratta di un argomento concreto:le enormi difficolta' che incontrano questi operatori sul posto di lavoro........ma anche di avere una vita "Normale"Semplicemente bellissimo,romanzo intrigante e coinvolgente,lo consiglio vivamente a tutti i nostri lettori.Grazie Emanuela Taddei!
Emanuela Taddei la ringrazio di questa bellissima recensione, non mi aspettavo tanto...