Oggi mi va di leggervi due righe su Artemide... tratte dal romanzo fantasy "IL RITORNO DEGLI DEI" di Taddei Emanuela e Alberto Re (ho tanta voglia di pubblicarlo... ma eroi e Dei aspetteranno tempi migliori... )
CAP 8
“SPEUDE BRADEŌS” (AFFRETTATI LENTAMENTE – Svetonio)
Lunedì 7 Maggio 2012 – Groenlandia (Artide)
Artemide affondava le gambe nell’acqua ghiacciata e immobile, mentre
controvento osservava un magnifico esemplare di orso bianco, che con la
zampa sondava l'acqua ghiacciata in cerca di cibo. Vicino all'animale un
cucciolo di pochi giorni gironzolava annusando la madre e
intrufolandosi sotto la sua pancia.
Il cielo era di un azzurro terso, l’aria gelida e secca. La visuale perfetta.
Tese l’arco, ma mentre stava per rilasciare il dardo mortale, una
premonizione la costrinse a desistere. L’orso la scorse, si rizzò sulle
zampe posteriori e la puntò come si punta una ghiotta preda, dirigendosi
verso la dea a grandi falcate. Quando giunse a pochi passi, ella aveva
disarmato l'arco e se ne stava impassibile a fissarlo nei grandi occhi
scuri. La bestia rallentò, s'accucciò di fronte ad Artemide, seguita dal
cucciolo che bramiva fiutando l'aria intorno. Poi s'arrestò, chinando
l'enorme testa incrostata di acqua ghiaccia.
La Dea era "la Potnia
Theron": protettrice degli animali, e ne tutelava la sopravvivenza, ma
attraverso l’arte venatoria ne limitava il numero se necessario.
Quell'equilibrio, il suo equilibrio, era stato infranto. Si accorse
d’esserne turbata, ed il suo sguardo abbracciò lo smisurato circo di
ghiaccio, come a cercarvi le ragioni di tanto decadimento.
Allungò la mano ed accarezzò il candido mantello dell’animale:
-Non temere, tornerai a cibarti in acque pescose, e il tuo dominio di
ghiaccio ad estendersi fino alle verdeggianti colline. Te lo prometto:
tutto tornerà come prima…
E così dicendo svanì in una folata di neve.
Un futuro incerto gravava sul pianeta, ma lei, Artemide, non si sarebbe
mai piegata alle avversità. Fra non molto forze opposte si sarebbero
disputate la Terra, e orsi polari, divinità olimpiche ed esseri mortali
avrebbero subito un'identica sorte, favorevole o contraria che fosse. In
ogni caso, molto sangue sarebbe stato versato e molti sacrifici
richiesti.
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