Aretha Franklin – Respect
giugno 27, 2018 (da OUTSIDERS.IT)
Aretha Franklin Respect ... uno dei brani icona della regina del soul.
Quante volte vi sarà capitato di alzare la voce quando vi siete sentiti scavalcati, sottovalutati, screditati, ignorati? E la vostra reazione in un’occasione simile qual è stata?
Sicuramente Otis Redding provò la stessa sensazione, motivo per cui nel 1965 incise “Respect” (prodotta da Steve Cropper) contenuto nell’album “Otis Blue”, pubblicato dalla Volt Records. Redding, nel suo testo, raccontava il disagio che provava nel rientrare a casa dopo una lunga giornata di lavoro, e nonostante ciò ritrovarsi la sua donna totalmente noncurante nei confronti dei suoi sforzi e delle sue fatiche quotidiane nel guadagnarsi il pane non solo per se stesso, ma anche per lei. Il brano, nello stesso anno, fu classificato trentacinquesimo nella classifica Pop U.S.A. e addirittura quarto in quella Rhythm & Blues.
Fu solamente un paio di anni dopo, nel 1967, che Aretha Franklin riprese il testo di Otis Redding apportandone diverse modifiche non solo nelle sonorità, ma soprattutto nel testo: ad esempio, trasponendo il testo dal maschile al femminile ne cambiò anche il senso perché potesse comunicare al suo uomo che lei possedeva tutto ciò che lui potesse chiedere, che lei gli stava per dare tutto il denaro che aveva e che sarebbe stata disposta a tutto, se solo lui le avesse dato la considerazione che lei si aspettava naturalmente in cambio: voleva solo che lui le desse qualche attenzione in più e, perché no, che la soddisfacesse anche sessualmente. In poche parole, voleva che la dinamica di coppia avesse il suo naturale svolgimento, senza troppe richieste o pretese. Insomma, la Franklin con tutta la sua grinta e la sua consapevolezza, in “Respect” cantava il suo orgoglio femminile nell’essere una coraggiosa donna nera che non aveva il minimo timore nel far sentire la sua voce, in un’epoca in cui femministe e afroamericani nutrivano un desiderio di rivalsa sempre più crescente, di combattere contro le restrizioni sociali a loro discapito.
Che il testo sia in versione maschile o femminile, sicuramente riguardo al tema del rispetto sia Redding sia la Franklin avevano lo stesso parere, guadagnandosi perciò il totale consenso del pubblico: fu anzi la soulwoman colei ad aver portato definitivamente al successo questo brano, forse anche “impossessandosene” involontariamente, fino al punto che Redding nel 1967, sul palco del festival di Monterey, lo annunciò affermando ironicamente che gli era stato “rubato da una ragazza”.
È interessante notare come un testo scritto nella seconda metà degli anni Sessanta sia ancora oggi così attuale e totalmente condivisibile, in un’epoca in cui la lotta per i diritti delle donne è uno dei temi più caldi della nostra società che tanto grida all’uguaglianza tra sessi (e generi) e ambisce alle pari opportunità. Allo stesso tempo, è incredibile che nel 2018, se da un lato indiscutibilmente sono stati fatti molti progressi in materia, dall’altro vi siano ancora simili ostilità e difficoltà come in quegli anni nell’accettare, amare il prossimo, senza che ci sia la necessità di chiedere scusa per aver preso la consapevolezza di ciò che si è.
Secondo voi, un brano come “Respect” può ancora oggi essere un vero e proprio inno come lo era diventato allora?
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