sabato 5 novembre 2022

Ricordi di un’infermiera


 Eccolo! 


PREFAZIONE


Quando un infermiere/a lascia la professione, il cittadino comune interpreta tale gesto come un tradimento, di solito liquidato con una semplice frase fatta:


-Non aveva la “vocazione”, non era “portato”.


Frasi di questo genere sono vagamente offensive e quasi mai veritiere. Si tratta spesso di infermieri/e che per anni si sono dedicati con entusiasmo alla Professione, accettandone di buon grado i disagi. E fin dall’inizio si sapeva che non si trattasse di una scampagnata…


Se si vogliono capire le motivazioni che spingono un infermiere al licenziamento è necessario scavare altrove, e le pagine seguenti sono il risultato della mia personale ricerca.


Chi tanto ha dato, tanto ha sofferto.


Certo il nostro lavoro non è solo dolore e tristezza, ma il continuo contatto con la sofferenza altrui fiacca le menti e altera i caratteri più resistenti. È un logorio che non si vede, non eclatante. Evidente solo a chi ogni giorno si trascina in reparto sempre più stanco, e ai suoi familiari.


Alla fine ciò che conta è l’opinione dei malati ed essi con me sono sempre stati riconoscenti… E coloro che non ce l’hanno fatta, sono convinta mi proteggano da lassù, perché sanno che ho dato tutto ciò che ero in grado di dare per farli stare bene, anche a fine vita.

Loro capiranno la mia scelta.

Spero che dopo questa non facile lettura, comprendiate quanto difficile e onerosa dal punto di vista fisico e mentale sia la mia professione.

Perciò buona lettura.

Emanuela, una di voi.


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