Da RICORDI DI UN’INFERMIERA di Emanuela Taddei
Un episodio:
LA FEDE
La Sala Operatoria aspettava la sua paziente: erano pronti.
Lei non lo era: il marito era imbottigliato nel traffico.
Cercai di temporeggiare nel limite del possibile, ma poi dovetti premedicarla e farla sdraiare sulla barella.
Durante il tragitto mi affidò il suo anello e un compito: abbracciare il marito da parte sua.
Raccolsi il suo abbraccio con forza e la rassicurai.
Presto avrei passato quell’abbraccio a chi poi avrebbe atteso preoccupato l’esito dell’intervento.
L’anello per timore di perderlo, era molto prezioso, me lo infilai al dito.
Quando rientrai in reparto, lo vidi.
Mi tolsi l’anello con sollievo ed eseguii il compito affidatomi.
L’intervento terminò prima del previsto, ”aperta e chiusa”, inoperabile, tumore troppo esteso.
Penso spesso a quell’anello. Per pochi minuti l’ho tenuto al mio dito, ho portato il suo peso… In un certo senso ho vissuto qualcosa di quella donna, l’ho intuita dentro a quel cerchio d’oro.
Talvolta le circostanze ti impediscono di mantenere le distanze.
La vita ti sorprende con agguati imprevedibili.
Addio cara signora. Per poco ho tenuto tra le mie mani il tuo bene più prezioso: la fede.
Emanuela Taddei
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