PREFAZIONE
Rivedo con piacere i testi di Emanuela per almeno due concomitanze
che ne traboccano: l'irruenza e il candore.
Irruenza nello stile scrittorio, cui spesso devo limare
entusiasmi e mettere freni, e candore: un entusiastico candore trapelante da
ogni singola pagina e appena scrostato dal mare di documenti consultati prima
di accingersi a un nuovo lavoro.
Irruenza e candore… ciò mi rammenta l'agire della Natura,
quella Natura che non ci è né indifferente, né schiava e di cui non siamo né
padroni, né vittime. L'Emanuela scrittrice è così: una forza primordiale,
integra, quasi inarrestabile. Talvolta mi figuro le briglie che metto ai suoi
scritti come argini cui costringere un fiume in piena, talaltra come mettere il
silenziatore a un urlo disperato.
In "Io sono il lupo" ravvedo infatti una sorta di
appello, quasi una preghiera rivolta a chiunque ancora scorga un nesso tra l'Uomo
e gli altri esseri viventi abbarbicati a questo ciottolo alla deriva nel cosmo.
E se nel Cosmo è incerto se siamo o meno
soli, è indubitabile che non lo siamo su questo Pianeta, di cui l'animale Uomo
s'è appropriato senza nessun altro pretesto che l'essere in grado di farlo.
Come bimbi che giocano con i fiammiferi in una polveriera ma con maggior
malizia, gli Uomini ancora non hanno smesso di sfiancare quell'Unico Essere
Vivente che è la risultante di tutti gli esseri viventi: la Grande Madre, Gea,
Tellus.
Il branco e le sue gerarchie, le cerimonie, l'attaccamento
al proprio territorio… quante somiglianze fra il lupo e l'animale uomo, il suo
peggior nemico! Ma se La Grande Madre potesse esprimersi al riguardo, di certo
stravolgerebbe la nostra ottica su quale delle due specie sia "cattiva",
e quale "buona". Eppure anche il lupo può uccidere un suo simile, può
addirittura divorarlo, ma per riconoscere in ciò una forma di crudeltà,
dovremmo trascurare il ruolo dell'istinto di sopravvivenza, delle condizioni
ambientali, del senso di appartenenza alla specie. Crudele e spietato è invece
l'uomo, che uccide non per sopravvivere, che mangia anche se non ha fame, che
affonda i propri simili (in senso non letterale) anche se questi non gli hanno
arrecato alcun danno.
Un "In bocca al Lupo" a tutti noi… ALBERTO RE
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