14 marzo 2023
Questo post è dedicato a coloro che pensano che l’infermiere non sia un professionista, ma un semplice esecutore.
Ho iniziato a partecipare a corsi di aggiornamento ancor prima del famigerato ECM (Educazione Continua in Medicina).
Questo pacco contiene i miei attestati.
Alcuni certificano corsi impegnativi, costosi, di una durata superiore ai sei mesi.
Semplici fogli, leggeri, quasi impalpabili.
In questo faldone non sono compresi i libri letti per documentarmi ad ogni cambio di reparto.
Libri acquistati con i miei soldi, non certo forniti dall’ospedale.
Ore ed ore al di fuori dell’orario di servizio, impiegate gratuitamente per migliorare la mia professionalità.
L’ospedale è composto da persone come me.
Le sue mura e corsie, le sue attrezzature non sono nulla, senza di noi.
Abbiamo dato tanto, troppo.
Straordinari accumulati nel monte ore e raramente pagati. Straordinari che hanno garantito un’assistenza quasi decente.
Quasi, perché in Europa siamo la metà di quello che dovremmo essere e pure pagati la metà.
Dopo tutti questi sacrifici, cosa resta?
Proprio niente! Perché il tradimento nei nostri confronti è così grave che ormai è insanabile.
Non stupitevi se dopo tutto quello che abbiamo dato, compresa la nostra vita, specialmente negli ultimi anni, decidiamo di andarcene.
Non stupitevi.
Ringraziate i governi, i governatori in regione, i sindacati, il nostro ordine professionale.
Non ultimo ringraziate coloro che usufruiscono del sistema sanitario: i cittadini. Il tradimento più grave e doloroso arriva proprio da essi.
Questo davvero è un tradimento insanabile.
Emanuela Taddei
Ex infermiera
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